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ALDO BIANZINO

ALDO BIANZINO
VITTIMA DEL PROIBIZIONISMO, DELLA VIOLENZA DI STATO E DELLA MALAGIUSTIZIA

Aldo Bianzino, falegname di Perugia, 44 anni, incensurato e la sua compagna Roberta il 12 ottobre 2007 vengono arrestati con l’accusa di possedere e coltivare alcune piante di marijuana. Trasferiti il giorno dopo al carcere di Capanne, Roberta viene condotta in cella con altre donne, Aldo in isolamento. Da quel momento Roberta non vedrà più il suo compagno lasciato in buone condizioni di salute. La mattina seguente, domenica 14 ottobre alle 8,15 la polizia penitenziaria trova Aldo agonizzante che poco dopo muore. Di infarto secondo le prime “indiscrezioni”. Nonostante l’autopsia riveli una frattura alle costole, gravi lesioni al fegato, alla milza e al cervello l’inchiesta sulla morte di Aldo è stata archiviata. “Cause naturali in seguito ad aneurisma” viene scritto nella sentenza. Aldo Bianzino è morto da più di due anni, Roberta si è spenta pochi mesi dopo. Rudra Bianzino, 15 anni, figlio di Aldo e Roberta, resta solo.

Nel 2010 un gruppo di radicali veronesi ha fondato l'”Associazione Radicali Verona – Aldo Bianzino”, per tenere viva la memora di Aldo e lottare per il superamento di ogni forma di proibizionismo, violenza e oppressione.

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