Lascia un commento

Iscriviti a Verona Radicale / Regalati un anno di lotte per i diritti e le libertà!

Il 2023 sta volgendo al termine e noi siamo già proiettatə nel 2024, con entusiasmo e con tante iniziative in cantiere. Verona non è una città politicamente facile per chi ama le libertà e i diritti e proprio per questo è necessario esserci e lottare. È necessario incontrarsi, conoscersi, contaminarsi ed elaborare insieme proposte innovative e concrete per una Verona finalmente laica, europea, progressista, accogliente, che si evolve in armonia con l’ambiente.

Nel 2024 ci occuperemo della promozione degli strumenti di partecipazione popolare, anche a livello locale, per far tornare la cittadinanza protagonista della politica; proseguiremo le lotte per i nuovi diritti e le nuove libertà; vigileremo sulla laicità delle istituzioni, purtroppo sempre messa in discussione da politicanti reazionari; organizzeremo momenti di dibattito politico e culturale, perché solo attraverso la conoscenza e l’approfondimento possono scaturire nuove visioni e nuove proposte; non mancherà naturalmente l’impegno fondamentale sulle questioni ecologiche e ambientali, per fermare il consumo di suolo, per un modello sociale ed economico socialmente ed ecologicamente sostenibile. Porteremo a livello locale le iniziative radicali, antiproibizioniste e libertarie, promosse a livello nazionale da Radicali Italiani e da altre realtà a noi affini.

Se pensi che tutto questo sia importante,
per le Feste, regalati l’iscrizione a Verona Radicale!

Insieme possiamo contribuire al cambiamento. Ricorda che se non ti occupi tu delle cose che ti stanno a cuore, nessuno lo farà al posto tuo.

L’iscrizione per il 2024 costa 20 €, con quota ridotta a 10 € se hai meno di 30 anni e/o se sei iscrittə anche a Radicali Italiani. Puoi versare la quota di iscrizione o fare una donazione tramite PayPal a questo link (conto del coordinatore dell’Associazione): https://www.paypal.me/marvincenzi

Se ti stai chiedendo cosa possiamo fare insieme, se la tua iscrizione e il tuo supporto a Verona Radicale possono essere utili, se l’impegno politico oggi ha ancora senso, ti raccontiamo cosa abbiamo fatto in pochi mesi di attività a Verona.

Dopo 10 anni di assenza di una realtà radicale organizzata, a ottobre abbiamo dato vita all’Associazione Verona Radicale, per rilanciare le iniziative antiproibizioniste, laiche, ecologiste e in favore dei diritti e delle libertà di tutte e di tutti, per contrastare ogni forma di oppressione e discriminazione.

Ancor prima di fondare ufficialmente l’associazione, il 21 settembre abbiamo portato a Verona Bel Olid, attivista e intellettuale di portata internazionale, per parlare di inclusione, diritti LGBTQI+, questione femminile e sex work. Il risultato è stato un bellissima e molto partecipata serata, che ha visto protagoniste, insieme a Bel Olid, diverse eccellenti personalità dell’area progressista veronese e nazionale.

In occasione della presentazione ufficiale dell’associazione, il 14 ottobre è stato con noi Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani, e abbiamo avviato un dialogo con altre realtà veronesi laiche, europeiste e progressiste ed ecologiste, come UAAR Verona, i Giovani Federalisti Europei, l’Associazione Inclusiv3, l’Associazione Yanez e Michele Bertucco, assessore al bilancio del Comune di Verona.

Sempre a ottobre, il nostro coordinatore Marco Vincenzi ha partecipato ad un incontro organizzato a Colognola ai Colli, nell’est veronese, con la consigliera regionale di Europa Verde Cristina Guarda e il segretario provinciale del Partito Democratico Franco Bonfante, per ribadire l’importanza di essere presenti anche in provincia, proprio là dove è più difficile parlare di diritti e libertà.

L’Associazione inoltre si è da subito attivata in città e in provincia per supportare la campagna “Falla Fuori!” di Radicali Italiani, raccogliendo – insieme a Volt Verona – le firme sulle sei Proposte di Legge di Iniziativa Popolare su consumo di suolo, energia, sex work, aborto, compensazione dei crediti delle imprese e contrato alla povertà.

Grazie soprattutto all’impegno di Laura Parotto, nostra tesoriera e membro del comitato promotore della proposta di legge regionale di iniziativa popolare “Liberi Subito Veneto“, per la regolamentazione del suicidio assistito, l’Associazione è impegnata sul fronte del diritto all’autodeterminazione, per la libertà e il diritto delle persone malte ad un fine vita dignitoso. Tema che oggi vede favorevole ben l’82% della cittadinanza del nord-est, ma che nonostante questo è fortemente osteggiato dalla Regione Veneto a guida reazionaria.

Il 1° dicembre, in occasione della Giornata Mondiale per la Lotta all’AIDS, insieme alle amiche e agli amici del Circolo UAAR di Verona, abbiamo distribuito alle ragazze e ai ragazzi in uscita dalle scuole veronesi preservativi e materiale informativo, per sensibilizzare sul tema e chiedere alle istituzioni più educazione sessuale e sentimentale nelle scuole, per far sì che tutte e tutti possano vivere liberamente e consapevolmente la propria sessualità.

L’Associazione ha aderito alla campagna “io Coltivo“, promossa da “Meglio Legale“, per la legalizzazione della canapa attraverso una Proposta di Legge di Iniziativa Popolare. La raccolta firme online con SPID sta andando benissimo, sicuramente si raggiungeranno le 50.000 firme necessarie alla presentazione della proposta, ma è necessario un forte impegno per creare dibattito sul tema della legalizzazione, uscendo dalla cerchia dei movimenti antiproibizionisti, raggiungendo chi ancora non ha approfondito la tematica. Solo creando dibattito si potrà fare pressione su un Parlamento che – vista l’attuale composizione – difficilmente accoglierà con favore la proposta.

Sarà proprio la legalizzazione e la campagna “io Coltivo” il tema del prossimo incontro pubblico che stiamo organizzando – in via informale -, coinvolgendo altre realtà antiproibizioniste veronesi. A breve comunicheremo le coordinate dell’incontro.

Questo è solo l’inizio!
Nel 2024, anche grazie al tuo supporto, ne combineremo delle belle!

Lascia un commento

VENETO, TRISTE RIEPILOGO DEL PERCORSO A OSTACOLI DELLA PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE “LIBERI SUBITO”

Il testo della proposta di legge di iniziativa popolare è stato depositato in Regione il 21 dicembre 2022, e a febbraio è iniziata la raccolta firme. Senza la minima copertura mediatica da parte degli organi di informazione, abbiamo raccolto 9.072 sottoscrizioni (quasi il doppio di quelle richieste!) che abbiamo depositato in Consiglio regionale il 30 giugno 2023.

Il 12 luglio, l’ufficio di presidenza del Consiglio ha dichiarato ammissibile la proposta.
Poi, il silenzio.

Il 14 ottobre abbiamo organizzato una conferenza stampa a casa di Stefano Gheller e, finalmente, a distanza di qualche giorno, i capigruppo del Consiglio regionale ci hanno convocati a Palazzo Ferro-Fini.

Si è quindi aperta una discussione tra chi voleva che la proposta venisse direttamente sottoposta al voto del Consiglio regionale, e chi richiedeva un vaglio preliminare da parte Commissione Sanità (solo successivamente avremmo scoperto che i consiglieri che chiedevano il passaggio in Commissione, in realtà, puntavano ad affossare la proposta per evitare di doversi esprimere nel voto d’aula e, magari, scontentare il loro elettorato…).

La Regione ha infine optato per l’avvio dell’iter in Commissione.
I lavori sono iniziati il 31 ottobre e, fin da subito, la maggioranza dei consiglieri ha sollevato dubbi in merito alla competenza della Regione sulla materia del suicidio medicalmente assistito. Un vero e proprio cavallo di battaglia attorno al quale si sono riuniti i contrari alla proposta e i consiglieri che non vogliono esporsi.

Nelle due sedute successive si sono svolte le audizioni, quasi tutte di realtà cattoliche “pro vita.
Nota di colore: ad eccezione di una singola donna, tutti i relatori erano uomini.

Nel mentre, sul tema della competenza, l’ufficio di presidenza ha tirato in ballo l’Avvocatura di Stato, la quale, con un parere striminzito, ha affermato che la legge “potrebbe” interferire con la competenza statale. Tuttavia, l’ufficio legislativo regionale ha invece sostenuto che la legge rientra nella competenza regionale. Il cavallo di battaglia dell’incompetenza comincia a vacillare…

Nell’ultima seduta della Commissione, un consigliere della Lega ha sostenuto che il servizio sanitario regionale avrebbe solo l’obbligo di verificare i requisiti e non anche di fornire l’aiuto medico a morire: il malato, quindi, si dovrebbe arrangiare pagando la prestazione ad un centro privato…

Si arriva quindi al tema costi: secondo la Prima Commissione, in base alla valutazione tecnica della Giunta, l’attuazione della proposta di legge regionale costerebbe 250.000 euro l’anno. Cifra che, secondo la Commissione, non potrebbe essere finanziata con le risorse già destinate alla sanità e dovrebbe essere fatto uno stanziamento a livello regionale con conseguente – non si capisce perché! – caducazione dell’intera proposta di legge.

Tenendo in considerazione che dal 2019 ad oggi, in Veneto, sono pervenute sei richieste di suicidio medicalmente assistito, di cui solo due accolte, l’esorbitante cifra non si spiega.

La Commissione viene quindi sospesa per emettere un parere, circostanza che fa saltare il voto in Consiglio regionale previsto per il 19 dicembre.

Il giorno dopo, l’associazione Exit Italia smentisce ai giornali di aver fornito alla Giunta una valutazione di costo sul suicidio medicalmente assistito in Italia (com’era invece stato detto in Commissione) e contesta la correttezza della valutazione effettuata.

A questo punto i lavori vengono interrotti e si andrà direttamente al voto in Consiglio regionale a gennaio. Insomma: volevano discutere in Commissione, ma… Era uno scherzo.

Laura Parotto
Tesoriera di Verona Radicale e membro del comitato promotore della proposta di legge regionale di iniziativa popolare Liberi Subito Veneto

Lascia un commento

Ritorno al Futuro – Intervento di Vittoria Loffi, al Comitato Nazionale di Radicali Italiani 09/09/2023

Le riflessioni profonde di Igor Boni sulla zappa radicale, sul riuscire a creare una linea di iniziativa univoca seppur tortuosa, al posto di tante iniziative sparse come ninfee solitarie trascinate dalla forza dell’acqua e dai tempi della contingenza politica “cronachesca” che scorrono inesorabili – e spesso travolgono tutto ciò che incontrano – oltre che essere dirimenti, sono profondamente stimolanti rispetto al futuro di Radicali Italiani.

Proprio perché, se siamo qui – se scriviamo, ci infervoriamo, dibattiamo, dialoghiamo, maciniamo chilometri, ci amiamo e odiamo con una cadenza che farebbe invidia ad un metronomo – è perché potremmo spingerci a dire che è auto-evidente che teniamo tutti quanti al futuro di Radicali Italiani, vorrei, in questo spazio di intervento, prendere in prestito lo spirito con cui la scrittrice Chiara Valerio si è approcciata a quell’evento politico e “richiamo di appartenenza” – come l’ha lucidamente definito una nostra compagna in un suo articolo per l’Huffington Post – che è stato il funerale di Michela Murgia. Chiara Valerio ci ha ricordato che “una delle cose più difficili da bambini è coniugare i verbi, dividere il passato, dal presente, dal futuro”. E come quando viviamo un trauma, ma anche un lutto – di quelli che segnano tanto te quanto la storia, ma soprattutto la tua identità- è difficile parlare al passato e del passato. Perciò vorrei provare a parlare di Radicali Italiani esclusivamente al futuro per quest’oggi.

I Radicali si accorgeranno, molto presto, che attorno a loro dilaga il buio, un’assenza di luce che sembra piacere tanto alla destra reazionaria globale, che si appresta a combattere con le unghie e con i denti per vincere le elezioni europee nel 2024. I Radicali avranno l’impressione che in questo buio stiano proliferando le discriminazioni, la violenza, le grandi differenze che dividono dando l’illusione di distinguere, e inizialmente crederanno che nessuno voglia più guardare al buio perché ci hanno insegnato che dobbiamo averne paura e percepire il pericolo nel buio che cancella tutto.

Ma i Radicali avranno imparato nel frammentare a vedere al buio -inteso, come scrive la teorica bell hooks, come potenziamento della consapevolezza e della comprensione, come intensificazione della capacità di fare esperienza del reale attraverso i sensi. I Radicali avranno capito che non serve sentirsi faro nel buio, torcia che punta in una unica direzione illuminando tutto, ma lavoreranno per imparare a riconoscere la bellezza delle tenebre e trasformeranno l’oscurità in ideale a cui tendere.

I Radicali non si limiteranno a guardare, ma adotteranno uno sguardo oppositivo, inteso come possibilità di analisi critica di ciò che accade nel reale. Di conseguenza, adottando questo sguardo, I Radicali abbracceranno il potere nel guardare. Come ricorda sempre bell hooks nei suoi libri, i bianchi proprietari di schiavi punivano i neri loro schiavi se osavano guardarli. Lo sguardo, così intriso di potere e allenato al buio a vedere ciò che gli altri non solo non vedono, ma non guardano negando al “soggetto guardato” potere, resistenza, libertà, tornerà ad essere politico e sarà rivolto dritto negli occhi degli altri, con lo scopo di costruire insieme nuove rappresentazioni della realtà.

I Radicali terranno però a mente le trappole che uno sguardo NON oppositivo, ma soprattutto esercitato dall’alto, può implicare. Riscopriranno lo psichiatra, filosofo e politico Frantz Fanon e ricorderanno le sue parole sullo sguardo subordinante che rischia di fissare le ombre che popolano il buio in posizioni di dipendenza, inferiorità e ruoli precostituiti con violenza, ostilità e aggressività.

I Radicali popoleranno il margine come spazio di lotta. Andranno là dove la profondità è assoluta e ne ricaveranno una casa. Costruiranno una comunità capace di fare resistenza perché il margine, in quanto bordo e limitare, non è un luogo sicuro – come non lo è il buio. Essere nel margine non significa essere elitari, discostati dal reale e autoreferenziali – senza alcuna connessione con il vero e quotidiano – perché il margine in quanto tale, continua ad appartenere al corpo principale. I Radicali partiranno dal margine e lo vivranno come luogo radicale di possibilità, rimoduleranno giorno dopo giorno minuziosamente i confini per mirare al cuore.

I Radicali canteranno quel gospel americano tradizionale che dice “I’m going up the rough side of the mountain on my way home, perché per tornare a casa si deve sempre prendere la strada più impervia. Penseranno al concetto di casa come a “uno spazio che rende possibile e favorisce prospettive diverse e in continuo cambiamento, in cui si scoprono nuovi modi di vedere la realtà e le frontiere della differenza”. I Radicali, perciò, ripenseranno alla frammentazione e alla dispersione vissute in tutti questi anni e la accetteranno – perché non sempre avranno il potere di cambiarla. Immagineranno frammentazione e dispersione come fasi della costruzione di un nuovo ordine che possa rivelare, senza dimenticare, chi in un futuro ancora più futuro di questo possiamo diventare.

I Radicali immagineranno un’estetica – forse più che una zappa – radicale, dove la giustizia non è più “semplicemente” riparativa, ma trasformativa, ovvero capace di generare cambiamenti sistemici e sostenibili e di modificare alla radice le condizioni in cui si verificano ingiustizie. I Radicali, dunque, si chiederanno sempre il “perché” dietro alle violazioni, agli errori e alle “cattiverie” sfruttando il potenziale di ogni situazione che può portare ad una trasformazione. I Radicali si convinceranno che siamo ciascuno responsabile della trasformazione dell’altro e che questa interdipendenza avrà il potere di trasformare intere comunità, perché a sua volta ha il potere di trasformare la narrazione attorno ai margini e al buio, rendendoli bellezza e piacere.

I Radicali, quindi, trasformeranno il carcere, così da abolirlo più facilmente. Perché il carcere che conosciamo noi oggi continuerà anche nel futuro – come per tutto il suo passato – a costare senza risocializzare; ad essere stato, ad essere oggi e domani inutile. Proprio là al buio, dove nessuno né guarda né vede, sorgeranno grazie alla destra nuovi centri di detenzione, nuove case circondariali, nuove REMS e nuove sezioni femminili con tanto di asili nido, protraendo nei giorni a venire la semplicistica soluzione da destra reazionaria per cui il sovraffollamento si risolve, senza domande, ma con certezze granitiche. Con più posti. I Radicali risponderanno proponendo un lungo percorso proiettato nel futuro e che partirà dalla chiusura delle sezioni femminili e dalla decarcerizzazione dei reati connessi al Testo Unico sulle Droghe. I Radicali racconteranno casa per casa che se la detenzione intramuraria risponde alla necessità di allontanare dalla collettività individui dall’attestata pericolosità sociale, questo principio non ha riflesso alcuno nei dati che riguardano la detenzione femminile. Gli studi condotti sulle donne detenute in Italia, in Europa e dall’altra parte dell’Oceano dimostrano come nelle carceri femminili si trovino perlopiù recluse non violente, con scarsi livelli d’istruzione, segnate da un contesto di grave marginalità sociale che si riflette nei reati per cui vengono incarcerate. I Radicali sfrutteranno dunque questa chiave di volta per trasformare la giustizia e il volto della detenzione per tutti quanti; per diffondere come verbo il linguaggio di Luigi Manconi e per rinforzare la necessità politica e istituzionale di lasciarsi alle spalle il carcere in favore di ogni possibile misura alternativa. Partiranno, ancora, dal margine per giungere al centro, tenendosi mano nella mano al buio così da avere sempre meno paura, insieme.

I Radicali sogneranno l’inesistenza dei confini e si adopereranno per superare definitivamente la retorica stantia della presenza “accettata e accettabile” dell’immigrato esclusivamente alla luce delle necessità
contingenti di occupazione lavorativa e di denatalità da controbilanciare. Grideranno al mondo che non servono altre giustificazioni all’accoglienza che l’umanità, l’amore, la libertà di autodeterminarsi qualsiasi sia l’approdo scelto – che non c’è da “aiutarli a casa loro”, perché casa deve poter essere ovunque uno scelga di costruirla. Ricorderanno al resto del paese che non c’è, forse, arma più pericolosa nelle mani della destra reazionaria del razzismo, della paura del prossimo e della costruzione di un Altro da noi – spinto a sparire e tremare nel freddo buio in cui viene confinato. I Radicali capiranno che la condizione catastrofica in cui versano molte persone razzializzate e con background migratorio “non è un errore del sistema, ma una sua struttura portante”, che quei corpi precariamente indispensabili che spariscono in mare vanno e vengono senza lasciare alcuna traccia di sé, senza passato, ma soprattutto senza futuro – che come sostiene la traduttrice e attivista Maria Nadotti li vogliamo così, perché ci servono così. I Radicali non commetteranno, dunque, l’errore di isolare chi riflette come uno specchio la nostra disumanità, ma salperanno su navi per opporsi a questo governo e approderanno lì nel buio dove porteranno calore e tenderanno la mano. E ancora dal buio partiranno per costruire una società diversa, migliore. Disobbediranno, al decreto Piantedosi, ai blocchi agli sbarchi, occuperanno i regimi di comunicazione di massa per continuare a opporsi con nonviolenza – non solo agli atti giuridici e alle decisione politiche, ma anche alla narrazione che ne viene fatta.

I Radicali saranno femministi. Senza tanti giri di parole. Per la precisione, sposeranno idee rivoluzionarie e non commetteranno più l’errore storico e costitutivo di gran parte della storia femminista di permutare una visione politica che demanda un ribaltamento radicale del sistema patriarcale con compromessi e riforme al ribasso. Non chiederanno quote come altri fanno proponendo un sistema che non stravolge il tavolo da gioco, ma si limita a redistribuire le carte invitando a giocare chi è semplicemente “identico dissimile”, non migliorando per nulla la vita di tutti e tutte né modificando la coscienza che ciascuno ha di sé. I Radicali parleranno agli uomini, a chi si identifica come tale e vive incastrato nell’unica identità che gli è stata fornita e riproposta nel corso della storia: quella del lavoratore che non ha bisogno di nulla dagli altri, ma da cui tutti dipendono, un uomo virile, un vero e proprio capofamiglia – ingabbiato storicamente in uno stereotipo fatto di predominio, potere e responsabilità assoluta. I Radicali salveranno gli uomini da quella che oggi viene definita “nostalgia patriarcale” e saranno arrabbiati insieme a loro. Non contro di loro, bensì contro un sistema che estranea e polarizza gli uomini, che li confina nel tempo del lavoro negandogli il tempo di fare il lavoro dell’amore. I Radicali si daranno come priorità la lotta alla violenza non maschile – ma patriarcale, che è diverso, e che tutto pervade, avvelena e avvizzisce. Abbracceranno la convinzione del movimento femminista per cui cruciale è la cessazione di ogni forma di violenza e per questo, quando penseranno ad azioni politiche in questo campo, non si limiteranno alla condanna dell’atto di dominazione del “maschio” sulla “femmina”, ma lavoreranno per cogliere e combattere il fenomeno della violenza nella sua primeggiante dimensione culturale.

I Radicali praticheranno nelle analisi, nella politica, nella quotidianità l’intersezionalità – perché è l’unico modo che abbiamo avuto, abbiamo e avremo di riuscire a cogliere il reale nella sua estrema ed inestricabile complessità. Per questo, I Radicali non parleranno più “solo” di aborto, “solo” di gestazione per altri, “solo” di sterilizzazioni forzate, “solo” di mutilazioni genitali femminili, “solo” di genitorialità consapevole ma incardineranno lotte nel quadro della giustizia riproduttiva, concetto in grado di superare le lacune stesse della retorica dei diritti riproduttivi, che alle volte ha dimostrato di non saper cogliere la complessità delle esperienze vissute da chi non ha privilegi di classe, razza o orientamento sessuale. I Radicali rifletteranno dunque sulle possibilità immense celate nel passaggio da una cornice di diritti ad una di giustizia, in grado di inserirsi nel più ampio paradigma della giustizia sociale che riguarda la procreazione sì, ma anche la giustizia ambientale, la riforma della giustizia penale, la riforma delle legislazioni in materia di immigrazione e l’uguaglianza nell’istruzione.

I Radicali aiuteranno le donne a de-posizionarsi, a privilegiare la categoria della genitorialità e ad abbandonare la paura di perdere quella che viene spesso vista come l’unica zona di potere femminile e
l’unico privilegio: la maternità
. Così facendo, stimoleranno proprio le donne a sentirsi meno aggrappate in termini di sopravvivenza a quella viene spesso definita come “la comune esperienza sentimentale di donna”. Impareranno che le differenze che esistono tra le donne sono enormi e molto spesso inconciliabili, che la stessa identità di donna è stata utilizzata per assolutizzare proprio chi sembrava identico per genere, ma era dissimile per classe e razza – cancellando così la sua storia. Partiranno alla ricerca, dunque, di un terreno comune e di un “noi” più semplice, più caldo ed intimo.

I Radicali, come dice Chiara Valerio, capiranno che il futuro – e non il passato – è l’unico tempo che esiste. Useranno la loro libertà per liberare gli altri, come racconta una frase della scrittrice Toni Morrison, ma che come insegnava Murgia non è solo di Toni Morrison è anche di Toni Morrison. Ed è anche nostra che impareremo a parlare di noi, mai di io, ma soprattutto, mai di loro.

I Radicali raccoglieranno, non senza fatica, 50.000 firme per ciascuna proposta di legge di iniziativa popolare. Lo faranno come primo passo di un nuovo inizio, come seme piantato in un terreno apparentemente arido, ma che chiede solo cura, attenzione e amore. Ripartiranno, come sempre, dal personale, da quello “slancio individuale e collettivo verso la completezza” – perché da lì nasce e fiorisce il politico – la resistenza contro tutte quelle forze che vogliono parziali gli individui e le comunità. Perché questo siamo stati nel passato, siamo oggi nel presente e saremo sempre, in qualsiasi futuro: una comunità.

Vittoria Loffi
Direzione di Radicali Italiani

Registrazione assemblea del comitato nazionale.

Lascia un commento

Verona :: 1° dicembre, World AIDS Day, distribuiamo preservativi agli studenti e chiediamo più informazione

1° DICEMBRE – GIORNATA MONDIALE PER LA LOTTA ALL’AIDS

Venerdì 1° dicembre 2023, in occasione del WORLD AIDS DAY, gli attivisti e le attiviste dell’associazione Verona Radicale e del Circolo UAAR di Verona, distribuiranno materiale informativo e preservativi gratuiti alle principali fermate degli autobus del centro di Verona.

Una campagna congiunta, all’orario di uscita di studenti e studentesse dalle scuole, per mantenere alta l’attenzione dei più giovani sulle infezioni sessualmente trasmissibili, e per sollecitare le istituzioni ad attivarsi su una problematica colpevolmente trascurata.

« La mancanza di informazione su questi temi porta con sé pericoli reali. Per questo, la scuola e le istituzioni devono garantire ai giovani gli strumenti intellettuali e materiali per vivere liberamente, serenamente e responsabilmente la propria sessualità », spiegano Marco Vincenzi, coordinatore di Verona Radicale, e la coordinatrice del Circolo di Verona dell’UAAR, Cristina Righetti.

L’Italia è uno dei pochi Paesi in Europa – insieme a Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia e Romania – dove l’educazione sessuale nelle scuole non è obbligatoria per legge.

« Fino ad oggi c’è chi ha preteso e ottenuto la messa al bando dell’educazione sessuale e affettiva dalle scuole perché, si sostiene, ad occuparsene deve essere la famiglia. E i risultati di questa politica sono ormai evidenti a tutti. L’Italia deve darsi una mossa nel prevedere un percorso educativo obbligatorio condotto da medici ed esperti, secondo le linee guida dell’UNESCO. Non certamente, come si discute oggi negli ambienti del Governo, limitato alla scuola superiore e ridotto ad un’ora di attività extra curriculare, magari assegnata agli insegnanti di religione », concludono gli esponenti delle due associazioni.

Verona Radicale & Circolo UAAR di Verona

Lascia un commento

Veneto, il Consiglio regionale ostacola la proposta di legge di iniziativa popolare per il suicidio assistito

Il 31 ottobre scorso, in Consiglio regionale è iniziato l’iter della proposta di legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito, con l’audizione del comitato promotore di cui fa parte la nostra tesoriera Laura Parotto.

Non bastava l’intergruppo “Pro vita” di Finco e Valdegamberi: in Commissione Sanità, numerose obiezioni sono state sollevate da Fratelli d’Italia e da alcune esponenti del Partito Democratico.

Tra chi ritiene che la scelta del malato debba avvenire dopo un percorso di cure palliative obbligatorie e chi chiede di prevedere l’obbligo di coinvolgere i familiari, si è assistito a un crogiuolo di preoccupazioni su quello che, secondo quest3 consiglier3, sarebbe “il meglio” per i malati. Come se queste persone, solo perché malate, non fossero in grado di scegliere per sé stesse.

È stata anche richiesta l’audizione di quattordici realtà “pro-life“, col chiaro intento di allungare i tempi e far impantanare la proposta.

Grandi assenti della discussione sono stati i diritti costituzionali all’autodeterminazione (art. 2 Cost.), al rifiuto delle cure (art. 32 Cost.), all’inviolabilità della libertà personale (art. 13 Cost.) e all’uguaglianza (art. 3 Cost.).

Una levata di scudi che sorprende anche nei tempi: le perplessità emergono solo ora, su un testo disponibile da quasi un anno, e dopo che due ULSS venete hanno dato attuazione a quanto stabilito dalla Corte costituzionale nel caso di dj Fabo, accertando il diritto al suicidio assistito nei casi di Stefano Gheller (per il quale sono state completate le verifiche) e di Gloria (alla quale l’ULSS ha anche fornito il farmaco).

Ricordiamo che la proposta, su cui l’Associazione Luca Coscioni ha raccolto le firme di oltre novemila cittadin3 venet3, si limita a recepire quello che la Consulta ha già deliberato. E non apre a un generico “diritto al suicidio”, come qualche mistificatore vuol far intendere per accarezzare le paure, ma al diritto della persona con malattia irreversibile, dipendente da trattamenti di sostegno vitale ma in grado di prendere decisioni libere e consapevoli, di essere aiutata ad autosomministrarsi un farmaco per porre fine alle proprie sofferenze.

Ci attendiamo che chi siede in Consiglio garantisca l’approdo del testo in Aula in tempi certi, senza cedere alla tentazione di affossarlo per calcoli elettorali a discapito della libertà di scelta del malato.

Lascia un commento

Monza, elezioni suppletive, il 22 e il 23 ottobre mandiamo in Senato Marco Cappato!

Forse non lo saprete, del resto non è tra le priorità delle televisioni e dei giornali farvelo sapere, ma domenica 22 e lunedì 23 ottobre si vota nel collegio senatoriale di Monza, per le elezioni suppletive per il seggio precedentemente assegnato a Silvio Berlusconi.

Domani e lunedì le cittadine e i cittadini di Monza e dei comuni limitrofi potranno scegliere se mandare in Senato Marco Cappato o Adriano Galliani. Per noi fa sorridere anche solo pensare ad un confronto politico tra Marco e Galliani…confronto che infatti non c’è stato, perché il buon Galliani non lo ha voluto.

Non è necessario per noi spiegare perché non possiamo non sostenere convintamente Marco Cappato, del resto le sue battaglie sono sempre state e continuano ad essere le nostre battaglie e Marco è stato e continua ad essere un punto di riferimento per chiunque abbia a cuore le libertà, i diritti, la partecipazione, i temi ambientali e tanto altro.

Marco è un compagno che con le sue lotte e la sua determinazione continua a dimostrarci che quando il Potere – con tutta la sua forza e la sua arroganza – crea ostacoli alle libertà, ai diritti e alla felicità delle persone, esistono strumenti e metodi nonviolenti per insinuarsi nelle crepe del Potere e scardinare un sistema fatto per tutelare i privilegi di pochi e negare i diritti di tante e tanti.

L’opportunità della candidatura di Marco Cappato al Senato per il collegio di Monza è esattamente una di queste crepe: i partiti e i movimenti del cosiddetto “centrosinistra” hanno scelto di appoggiare la sua candidatura; candidatura che Marco è riuscito ad imporre con la forza della sua credibilità, delle sue e delle nostre idee e delle sue e delle nostre battaglie: battaglie che interessano alla cittadinanza, alle persone comuni. Battaglie che tutti i partiti più grandi (anche quelli a noi più vicini) preferiscono non affrontare.

Ora questa opportunità dev’essere valorizzata fino in fondo.

Come diceva Marco Pannella bisogna giocare il possibile contro il probabile, saltare dalla finestra, atterrando in piedi, per scampare alla solita minestra, anzi, al solito risotto che piace tanto ad Adriano

La campagna elettorale di Marco è stata l’ennesima lezione di politica per aspiranti politici e vecchie glorie: dialogare con le persone, affrontare problemi concreti senza rinunciare ad una visione d’insieme che consenta di immaginare un futuro ricco di opportunità e speranza per tutte e per tutti, a partire dalle nuove generazioni.

Ambiente e territorio; partecipazione e democrazia; diritti e libertà; lavoro e salute; giustizia e carcere; innovazione, scienza e nuove tecnologie a servizio di tutte e di tutti. Tutto questo e molto altro, declinato come non lo avete mai letto e sentito dai soliti tromboni della politica italiana.

Vi invitiamo a leggere interamente il programma di Marco – scaricabile al seguente link – e ad impegnarvi con entusiasmo in queste ultime ore che ci separano dal voto per far conoscere ad amici, parenti, conoscenti, colleghi o chiunque altro viva a Monza e nei comuni limitrofi la grande opportunità di mandare in Senato MARCO CAPPATO, una persona, un compagno, che ha sempre fatto e continua a fare la differenza.

Programma elettorale: https://tinyurl.com/229xbpf4

Forza Marco!

Elenco comuni dove si vota:
Agrate Brianza, Aicurzio, Albiate, Arcore, Barlassina, Bellusco, Bernareggio, Besana In Brianza, Biassono, Bovisio-Masciago, Briosco, Brugherio, Burago Di Molgora, Busnago, Camparada, Caponago, Carate Brianza, Carnate, Cavenago Di Brianza, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Cogliate, Concorezzo, Cornate D’Adda, Correzzana, Desio, Giussano, Lazzate, Lentate Sul Seveso, Lesmo, Limbiate, Lissone, Macherio, Meda, Mezzago, Misinto, Monza, Muggio, Nova Milanese, Ornago, Renate, Roncello, Ronco Briantino, Seregno, Seveso, Sovico, Sulbiate, Triuggio, Usmate Velate, Varedo, Vedano Al Lambro, Veduggio Con Colzano, Verano Brianza, Villasanta, Vimercate.

Lascia un commento

Verona :: 14/10/2023 :: Presentazione Associazione Verona Radicale

A Verona è nata l’Associazione Verona Radicale, federata a Radicali Italiani!

Vieni a conoscere gli attivisti e le attiviste, domani, sabato 14 ottobre, alle ore 15:00 presso la sala conferenze del Centro Civico Nicola Tommasoli, in Via Ludovico Perini, 7 a Verona.

Alla presentazione dell’Associazione interverranno:
Massimiliano Iervolino, segretario di Radicali Italiani;
Marco Vincenzi, coordinatore di Verona Radicale;
Irene Zambon, segretaria dell’associazione Radicali Padova – Elena Cornaro;
Mattia Da Re, ex coordinatore dell’Associazione Radicali Verona – Aldo Bianzino.

Seguirà un momento di confronto sulla visione della Verona di oggi e di domani con Michele Bertucco, assessore del Comune di Verona con deleghe al Bilancio, al Patrimonio, al Lavoro e al Personale, e con alcune realtà associative veronesi presenti all’evento.

Con l’occasione, inoltre, potrai iscriverti a Verona Radicale e sottoscrivere le nostre sei proposte di legge di iniziativa popolare, su cui è in corso la raccolta firme in tutta Italia, in materia di contrasto alla povertà, debiti dello Stato nei confronti di imprese e professionisti, energie rinnovabili, salvaguardia del suolo, aborto e decriminalizzazione del sex work.

Se vuoi entrare in contatto con Verona Radicale, puoi scrivere all’indirizzo email veronaradicale@gmail.com oppure visitare il sito www.veronaradicale.org e seguire l’Associazione su Facebook (https://www.facebook.com/VeronaRadicale) e Instagram (https://www.instagram.com/verona_radicale).

Lascia un commento

Legnago (VR) :: sabato 30/09/2023 FIRMIAMO per il diritto delle imprese ad essere pagate puntualmente dalla Pubblica Amministrazione

DEBITI DELLO STATO NEI CONFRONTI DI IMPRESE E PROFESSIONISTI: RACCOLTA FIRME A LEGNAGO

Sabato 30 settembre, in piazza Garibaldi, sarà possibile sottoscrivere la proposta di legge di Radicali Italiani e CGIA di Mestre contro i ritardi nei pagamenti delle P.A.

Punto stampa alle ore 12:00 e invito ai sindaci e alle sindache del Basso veronese a firmare

Sabato 30 settembre, in piazza Garibaldi a Legnagodalle ore 9:30 alle ore 13:00 sarà presente un banchetto della neocostituita Associazione Verona Radicale, presso il quale si potrà sottoscrivere la proposta di legge di iniziativa popolare in materia di debiti dello Stato nei confronti delle PMI elaborata da Radicali Italiani e dalla CGIA di Mestre.

Verona Radicale ha invitato tutti i sindaci e le sindache del Basso veronese a passare dal tavolo per sottoscrivere la proposta, come gesto tangibile di supporto alle piccole e medie imprese del loro territorio, le più esposte agli eventuali ritardi dei pagamenti delle P.A.: una firma per riaffermare e difendere il loro diritto a essere pagate in tempi certi per i lavori e i servizi commissionati.

I giornalisti sono attesi dai rappresentanti dell’Associazione per un punto stampa alle ore 12:00.

La proposta – depositata lo scorso 22 giugno presso la Corte di Cassazione – mira a rafforzare, per le imprese e i professionisti che vantano crediti commerciali nei confronti delle Amministrazioni Pubbliche, l’istituto della compensazione di tali crediti con i debiti nei confronti del Fisco.

Secondo i dati forniti dalla CGIA di Mestre, il debito della P.A. italiana nei confronti dei propri fornitori sfiora i sessanta miliardi: una dimensione economica pesante, che vale circa il 2,6 per cento del Pil e che non ha eguali in nessun altro paese dell’Unione europea (in rapporto al Pil, nel 2022 i debiti commerciali della Spagna erano pari allo 0,8 per cento, in Francia all’1,5 e in Germania all’1,6): lo Stato italiano è il peggior pagatore d’Europa.

Dall’Indicatore di tempestività dei pagamenti emerge che nel 2022 solo tre Ministeri su quindici hanno rispettato i termini di legge; tutti gli altri hanno pagato i fornitori dopo la scadenza pattuita. Tra i dicasteri più ritardatari, la maglia nera va all’ex Ministero dello Sviluppo Economico (oggi Ministero delle Imprese e del Made in Italy), con un ritardo medio di 85,40 giorni.

Le lunghe attese nei pagamenti mettono in difficoltà il sistema produttivo per mancanza di liquidità. A rimetterci sono in particolare le piccole e medie imprese, dal momento che i dati restituiscono una tendenza dello Stato a privilegiare il pagamento in tempi brevi delle fatture di importo maggiore e a ritardare la liquidazione delle fatture di importo meno elevato.

Sui tempi di pagamento delle transazioni commerciali tra Amministrazioni Pubbliche e imprese private, nel 2020 l’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia dell’Unione europea e attualmente rimane in uno stato di messa in mora.

Con questa proposta di legge si superano gli attuali limiti posti alla compensabilità di debiti e crediti, attualmente consentita solo nel caso in cui il creditore sia in ritardo con il pagamento di tasse e imposte. Imprese e professionisti, quindi, potranno utilizzare il loro credito commerciale verso la P.A. in compensazione anche di debiti fiscali e contributivi futuri. Inoltre, la compensabilità non sarebbe più limitata ai soli crediti derivanti da spese correnti delle P.A., ma opererebbe anche per i crediti derivanti da spese in conto capitale, ossia le spese per investimenti pubblici. In alternativa alla compensazione, rimarrebbe comunque la possibilità di cessione del credito a favore di banche o intermediari finanziari.

I debiti vanno onorati, anche da parte dello Stato, in maniera semplice e nei tempi pattuiti: è il minimo per contribuire a rendere il nostro Paese più giusto e più civile.

Legnago, la proposta di legge è sottoscrivibile anche in Comune, presso l’ufficio elettorale (chiamando il numero 0442 634800) dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle ore 12:30, e il martedì pomeriggio dalle 14:30 alle 16:30. In alternativa, la raccolta firme è anche online all’indirizzo www.radicali.it/firma

Lascia un commento

CORPI POLITICI :: BEL OLID A VERONA 21/09/2023

L’Associazione Verona Radicale, in collaborazione con l’Associazione Inclusiv3 , Radicali Italiani e Libera di Abortire, presenta l’evento “CORPI POLITICI“.

L’evento si terrà giovedì 21 settembre, ore 21:00, presso la sala conferenze del centro polifunzionale di Ponte Crencano (Via Quinzano, 24/D – Verona).

La serata sarà un’occasione per riflettere su diritto ed emancipazione,
leggi che vietano e legislazioni che includono, parità di genere e fra i generi.

Ospitǝ dell’evento: BEL OLID, attivistǝ e scrittricǝ catalanǝ, docentǝ al Center for the Study of Gender and Sexuality dell’Università di Chicago, in dialogo con Jessica Cugini, giornalista e consigliera comunale.

Intervengono:

Presenta la serata Serena Tosi Santoro, Presidente dell’Associazione Inclusiv3.

Per info sulla serata e sulle attività radicali a Verona:

📧 veronaradicale@gmail.com
🌐 www.veronaradicale.wordpress.com

Lascia un commento

Verona :: sabato 9 settembre FIRMIAMO le Proposte di Legge di Iniziativa Popolare per cambiare l’Italia!

Sabato 9 settembre 2023 a Verona – Corso Porta Borsari, dalle 16:00 alle 19:30 – si firma per le 6 Proposte di Legge di iniziativa popolare di Radicali Italiani su aborto, sex work, ambiente, energia, contrasto alla povertà e crediti alle imprese.

Non restare a guardare, vieni a FIRMARE!
Per approfondire le proposte e firmare online con SPID, visita: https://radicali.it/firma/